Ian Siegal – All The Rage (Nugene Rec., 2018)

Front

Torna Ian Siegal, bluesman inglese di nascita ma adottato musicalmente dal sud degli States (me lo ricordo ancora qualche anno fa quando vidi un suo show dove si presentava con una giacca di pelle di serpente degna del Sailor Ripley di Cuore Selvaggio, film cult di David Lynch dove la giacca rappresentava “il simbolo dell’ individualità”) con un album di rock & blues registrato ad Amsterdam, dove Siegal risiede da alcuni anni e prodotto da Jimbo Mathus, tra le tante cose leader degli Squirrel Nut Zippers (che hanno un nuovo disco in uscita pure loro dopo alcuni anni di stop) il quale, oltre a firmare tre pezzi in coppia con Ian, suona nel disco organo, pianoforte e mandolino.
“Eagle Venture” posta in apertura è ritmata e carica di riff rock blues condotti da una slide aggressiva e dalla bella voce roca di Siegal.
“Jacob’s Ladder” è un blues elettroacustico dal refrain sgangherato mentre “The Shit Hit” è un brano di classico Chicago blues, con la chitarra slide sugli scudi, la voce ruvida ed un piano boogie posto in sottofondo fanno il resto portando il disco su un livello decisamente alto. A conferma di questo
la successiva “Won’t Be Your Shotgun rider”, stupenda ballata che mescola il blues con le atmosfere folk e country di Mellencamp, Dylan e The Band.
“Ain’t You Great” densa di ritmi latini è una sorta di rumba sbilenca che ricorda Tom Waits ma una chitarra col riverbero è pronta a virare e collocarsi sul border tra il Texas ed il Messico.
La successiva “My Flame” è un’ altra stupenda ballata intimista con la voce rauca di Siegal accompagnata dalle sole note di un’acustica ed una pedal steel, mentre “One Eyed-King” con le sue atmosfere western ricorda alcune canzoni di Tom Russell.
“If I Live” è un blues malsano e sudicio che sembra uscito dalle acque melmose del Mississippi, mentre “Sweet Souvenir” è uno slow gospel soul degno del grande
Eddie Hinton la cui dolce melodia è accompagnata dai cori femminili e nel finale un gradevole assolo di chitarra.
Chiude il disco “Sailor Town” un blues elettrico con sonorità roots dove è chiara l’impronta del pard Jimbo Mathus che aiuta anche alla seconda voce.

Un disco non certo perfetto ma è per questo che piace, ben supportato da una band solida e rodata.

Voto:; ***1/2

Tracklist:

01. Eagle Vulture
02. Jacob`s Ladder
03. The Shit Hit
04. Won`t Be Your Shotgun Rider
05. Ain`t You Great
06. My Flame
07. One-Eyed King
08. If I Live
09. Sweet Souvenir
10. Sailor Town

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