Greta Van Fleet – Anthem Of The Peaceful Army (Republic/Universal, 2018)

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Provenienti dal Michigan, landa che ha forgiato artisti del calibro di Bob Seger, Iggy Pop e Ted Nugent, i giovani Greta Van Fleet (nome preso in prestito da una loro vicina di casa) hanno diviso pubblico e critica, i cui detrattori sono in particolare coloro che pensano di essere dei veri appassionati di musica,con i loro cinquant’anni suonati persi a ricordare i fasti del rock passato, definendoli in maniera semplicistica dei veri e propri cloni dei Led Zeppelin, dimenticando che per esempio i Rolling Stones agli esordi scimmiottavano i grandi bluesmen afroamericani, pubblicando pure cover delle loro canzoni oppure i Beatles degli inizi puntavano tutto sul rock’n’roll di Buddy Holly, Chuck Berry ed Eddie Cochran.

Il quartetto di Frankenmuth, formato dai tre fratelli Josh, Jacob e Samuel Kiszka (voce solista, chitarra e basso,tastiere) e dall’amico batterista Danny Wagner, è giunto alla notorietà lo scorso anno con “From The Fires” un EP di otto canzoni che riprendeva a sua volta quattro brani da un precedente EP “Black Smoke Rising” ed aggiungendo quattro nuovi brani,impressionando per la loro grinta malgrado la giovane età e considerandoli “the next big thing” nonostante la grande somiglianza con gli Zep, sia per la voce di Josh, molto simile a quella di Robert Plant, ma anche per il loro sound.
Senza dubbio posseggono un’ottima tecnica ed arrivano al primo traguardo pubblicando il loro primo disco intitolato “Anthem Of The Peaceful Army” anche se presumo non cambierà affatto la situazione, ovvero i fans saranno contenti per queste giovani promesse mentre i detrattori avranno un motivo in più per criticarli ed accostarli ancora una volta ai Led Zeppelin.
Ma passiamo ad esaminare le canzoni che compongono il disco, che apre con il brano “Age Of Man” che ha una gradevole parte iniziale di organo e voce, poi entra la solida sezione ritmica e diventa una bella ballata rock di stampo molto classico ma anche suonata con personalità.

“The Cold Wind” dedicata al freddo vento del Michigan, invece risente del famoso sound dei Zeppelin come pure il cantato di Josh ricorda molto Robert Plant ma io dico chissenefrega, è un piacere ascoltare questa musica prodotta da quattro ragazzi poco più che ventenni che propongono del rock tosto e ben suonato.
“When The Curtain Falls” prosegue nell’intento di riportare in auge il rock del grande gruppo inglese e comunque il gruppo è molto bravo, ci vogliono gli attributi per suonare in questa maniera: ascoltate in questo brano la chitarra di Jake, la batteria e la voce di Josh.
“Watching Over” ha il sapore di una ballata ma è suonata decisamente hard rock con due begli assoli di chitarra, mentre la successiva “Lover, Leaver” sembra proprio un brano inedito di Plant e soci, un hard rock anni settanta cantato e suonato veramente bene: decidete voi che pensare, io ho già deciso e vado avanti. “You’re The One” è una bellissima ballata rock seventies westcoastiana con i cori ed un organo in sottofondo è molto orecchiabile e decisamente più personale. “The New Day” ha un sound che rimanda ancora alla California anni ’70 ed il brano ha una struttura acustica anche se suonata come sempre col piglio robusto del gruppo ma risulta fresca e piacevole, con un bell’assolo di chitarra e la voce di Josh che si fa ancor più espressiva.
“Mountain Of The Sun” è un hard rock ma l’inserimento della slide arricchisce ulteriormente il loro sound già corposo con venature blues ed il risultato è eccellente.
“Brave New World” è un altro hard rock tosto e spigoloso e non è tra i miei preferiti mentre la successiva “Anthem” è un brano che nasce voce e chitarra acustica ma gradualmente si arricchisce degli strumenti di tutta la band rimanendo comunque una ballata suonata in maniera più delicata rispetto al sound del disco.

Sono un cinquantenne che ha la presunzione di conoscere un poco la musica (dopo circa 35 anni di tempo e soldi spesi per questa passione direi che posso permettermelo…) ma proprio per questo motivo non posso definirmi un loro detrattore (anche se non mi definisco neppure un loro fan) ma loro sono veramente bravi e penso che dovremo dargli tempo ed attendere i prossimi dischi per valutare meglio le loro intenzioni. Nel frattempo posso solo suggerirvi di godervi questo disco senza troppi pensieri e senza confronti.

Voto: ***1/2

Tracklist:

1 Age of Man 6:06
2 The Cold Wind 3:16
3 When the Curtain Falls 3:42
4 Watching Over 4:28
5 Lover, Leaver (Taker, Believer) 6:01
6 You’re the One 4:25
7 The New Day 3:44
8 Mountain of the Sun 4:30
9 Brave New World 5:00
10 Anthem 4:41

6 pensieri su “Greta Van Fleet – Anthem Of The Peaceful Army (Republic/Universal, 2018)

  1. sostanzialmente e nonostante che sembrino derivativi e debitori di quel sound, sono molto piacevoli d’ascoltare, quasi a dire: chissenefrega(!) ogni tanto mi accontento anche di questo. Io potrei aggiungere che professionisti con questo calibro è un bene che esistano, anche perché nell’affollata scia degli imitatori, chi è veramente bravo, lo dimostra con quello che pubblicano, e penso che hai ragione quando dici che dobbiamo aspettarli per una vera consacrazione, molto più vicina ad una creatività originale. Intanto godiamoci queste tracce…..

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  2. I Greta Van Fleet sono uno di quei gruppi che si presentano sulla scena purtroppo di rado. Sono capaci, e la loro assonanza a vecchie glorie non e’ certo un limite. Stanno dimostrando il loro spessore, biglietti data italiana sold out all’istante, airtime ovunque, dalle radio ai reality di cucina. Grande rock n roll!

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    • Concordo, anche se non pienamente, con quanto affermi…la data sold out dipende certo dal fatto che il gruppo piace molto al pubblico , per il resto, sinceramente non lo considero un pregio , ma semplicemente una conseguenza del loro veloce successo in quanto in radio e tv passano solo quello che piace e che fa audience. Per fortuna ogni tanto , tra dance, hip hop, trap, rap (e trik e trak e bombe a mano!!!) e personaggi “italioti” di dubbia estrazione musicale, c’è ancora qualche baldo giovine che suona dell’ottimo r’n’r che ha finalmente visibilità a livello nazionale.

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