Di solito non commento mai i live ai quali assisto, in primo luogo perchè per mia fortuna essendo una passione ne assisto a molti quindi dovrei utilizzare un blog apposito ma più in particolare il dopo concerto mi lascia sempre sensazioni tra le più disparate, quasi sempre molto positive ed appaganti ma troppo personali e difficili per il sottoscritto da descrivere.
Tuttavia è una mia buona regola frequentare live di artisti che ascolto con maggiore frequenza e coi quali si è creato con gli anni il giusto feeling mentre una delle rare volte che ho assistito ad un concerto consapevole di non aver ascoltato nulla da parecchio tempo a questa parte è successo proprio la notte scorsa, a Milano dove sapevo che suonavano i Whiskey Myers,
ottimo gruppo texano ormai consolidato nel genere southern rock con contaminazioni ora country ora hard rock, dei quali posseggo tutti e quattro i loro album (il nuovo è in procinto di essere pubblicato nel corso del 2019) che è tra i miei preferiti del genere (ha superato anche i Blackberry Smoke che ultimamente mi risultano un po troppo ripetitivi) ed il leader Cody Cannon è un ottimo performer con la sua voce a metà tra Bon Jovi e l’omonimo Cody Canada (ex Cross Canadian Ragweed)
mi sono recato d’istinto, dovevo scaricarmi da una serie di problematiche lavorative accumulatesi nei giorni scorsi che mi hanno fatto mangiare badilate di letame e prendendo la decisione un’ora prima dell’inizio del concerto (giusto il tempo necessario che da casa mia serviva per arrivare davanti al locale di Milano) dopo aver assistito al loro spettacolo di due ore dove hanno sciorinato i loro migliori brani, concludendo il set con una magnifica cover del celebre brano di Neil Young “Rocking in a free world”, ne sono uscito svuotato da ogni pensiero negativo ed ora siedo rilassato nello scrivere queste poche righe. E’ già risaputo ma lo ribadisco, il rock è terapeutico. Ringrazio chi so io per avere avuto la fortuna di crescere con questa musica e con tutti i generi che ne fanno parte altrimenti a quest’ora sarei una persona decisamente diversa.
God save the rock (e derivati..)